Il tutto è iniziato il 28 Gennaio del 2013 con la creazione del “Comitato per la promozione dell’assistenza sessuale” fondato da me con altri coraggiosi cittadini. Dopo aver partecipato a servizi televisivi e cartacei, siamo riusciti ad arrivare fino in Senato, grazie all’appoggio di Sergio Lo Giudice che con gentilezza e umiltà si è messo a nostra disposizione per collaborare alla stesura del disegno di Legge per l’assistenza sessuale che vi riporto sotto:
DISEGNO DI LEGGE
d’iniziativa dei senatori LO GIUDICE, CIRINNÀ, D’ADDA, GUERRA, ICHINO, MANCONI, MARAN, MASTRANGELI, MATTESINI, PEZZOPANE, RICCHIUTI, SPILABOTTE, VALENTINI, BENCINI, ROMANI Maurizio
Disposizioni in materia di sessualità assistita per persone con disabilità.
ONOREVOLI SENATORI. – Il presente disegno di legge intende favorire il pieno sviluppo della persona anche sotto il profilo dell’espressione della sessualità.
I diritti sessuali sono oggi considerati diritti umani, la cui violazione costituisce violazione dei diritti all’uguaglianza, alla non discriminazione, alla dignità e alla salute.
Questo principio va adattato alle diverse necessità e alle differenti condizioni che le persone affrontano nella loro vita. Con la sentenza n.561 del 1987 la Corte Costituzionale ha precisato che “essendo la sessualità uno degli essenziali modi di espressione della persona umana, il diritto di disporne liberamente é senza dubbio un diritto soggettivo assoluto, che va ricompreso tra le posizioni soggettive direttamente tutelate dalla Costituzione ed inquadrato tra i diritti inviolabili della persona umana che l’art. 2 Cost. impone di garantire”.
Ogni persona dovrebbe quindi avere la possibilità, indipendentemente dalla propria condizione di disabilità, di compiere scelte informate e responsabili riguardo alla propria salute sessuale e di disporre di opportunità e di mezzi adeguati a compiere tali scelte.
Molte persone in condizione di disabilità non possono autonomamente intrattenere relazioni interpersonali complete sotto il profilo psicoaffettivo, emotivo e sessuale poiché impedite da una condizione di ridotta autosufficienza a livello di mobilità e motilità o a causa di un aspetto fisico lontano dai modelli estetici dominanti e ritenuti attraenti. In certi casi si aggiunge l’impossibilità di pervenire autonomamente a soddisfacenti pratiche di autoerotismo. Nel disabile psichico la difficoltà a vivere la sfera dell’intimità e della sessualità alimenta la perdita di autonomia. Queste situazioni possono produrre uno stato di emarginazione affettiva e relazionale. Si aggiunga a queste difficoltà la persistenza nella nostra cultura del pregiudizio per cui le persone disabili sono percepite come asessuate, prive di una dimensione erotica e senza un desiderio di intimità. L’impossibilità, con questi presupposti, di raggiungere una condizione di benessere psicofisico, emotivo e sessuale, costituisce una limitazione al diritto fondamentale alla salute, limitazione che la normativa ha il dovere di prevenire.
La mancanza di una relazione interpersonale adeguata non può certo essere sostituita da norme legislative ma richiede il superamento di pregiudizi e barriere culturali. Tuttavia, la dimensione della sessualità delle persone con disabilità può e deve essere sostenuta attraverso un intervento di assistenza all’emotività, all’affettività, alla corporeità e alla sessualità.
A questo scopo il presente disegno di legge istituisce la figura dell’assistente per la sana sessualità e il benessere psico-fisico delle persone disabili o assistente sessuale. Tale operatore, a seguito di un percorso di formazione di tipo psicologico, sessuologico e medico, dovrà essere in grado di aiutare le persone con disabilità fisico-motoria e/o psichico/cognitiva a vivere un’esperienza erotica, sensuale o sessuale e a indirizzare al meglio le proprie energie interne spesso scaricate in modo disfunzionale in sentimenti di rabbia e aggressività.
La figura dell’assistente o accompagnatore sessuale è presente in Danimarca, Germania, Paesi Bassi, Svizzera e Austria. Con questo disegno di legge ci si propone di conseguire anche in Italia questo obiettivo di civiltà.
Il disegno di legge si compone di un unico articolo. Il comma 1 affida al Ministro della Salute la definizione, con proprio decreto, delle linee guida per la promozione e il coordinamento degli interventi regionali individuati dalla legge. Il comma 2 prevede l’istituzione presso ogni Regione e presso le province di Trento e Bolzano di un elenco di assistenti per la sana sessualità e il benessere psico-fisico delle persone con disabilità o assistenti sessuali. Il comma 3 definisce gli elementi necessari ad essere inseriti nell’elenco suddetto: il raggiungimento della maggiore età, l’adempimento dell’obbligo scolastico, l’idoneità psico-fisica, la sottoscrizione del codice etico, l’espletamento della procedura di accreditamento prevista. Il comma 4 affida alle Regioni e alle province di Trento e Bolzano la determinazione dei criteri e delle procedure di accreditamento, la definizione di un percorso formativo finalizzato all’inserimento nell’elenco, la predisposizione e l’aggiornamento periodico dell’elenco stesso, l’adozione di misure che garantiscano la protezione dei dati sensibili, la predisposizione di un codice etico per gli assistenti sessuali e per gli utenti; le modalità per il monitoraggio dell’equilibrio psicofisico e dello stato di salute degli assistenti sessuali, a definire le condizioni di disabilità che rendono funzionale l’intervento professionale degli assistenti. Il comma 5 stabilisce che l’attività di assistenza sessuale rappresenta un’attività autonoma che può essere esercitata in forma cooperativa ma non può essere oggetto di un contratto di lavoro subordinato né di un contratto di appalto.
L’obiettivo che ci si propone è di avere operatori e operatrici professionalmente formati che aiutino le persone con disabilità a vivere un’esperienza sessuale ma che siano anche in grado di svolgere un’azione di educazione alla sessualità e all’affettività.
Art. 1
1. Al fine di tutelare il diritto alla sessualità e al benessere psico-fisico delle persone disabili a ridotta autosufficienza a livello di mobilità e motilità, e nel rispetto delle disposizioni sul riparto delle competenze in materia tra Stato e Regioni, il Ministro della Salute definisce con proprio decreto, da emanare entro tre mesi dalla data di entrata in vigore, le linee guida per la promozione e il coordinamento degli interventi regionali individuati dalla presente legge.
2. Le Regioni e le province di Trento e Bolzano predispongono un elenco di persone accreditate a svolgere nel territorio regionale la funzione di assistenti per la sana sessualità e il benessere psico-fisico delle suddette persone, di seguito denominati assistenti sessuali.
3. Costituiscono elementi necessari per l’inserimento nell’elenco di cui al comma 2 le seguenti caratteristiche:
a) il raggiungimento della maggiore età;
b) l’avere adempiuto all’obbligo scolastico;
c) la sottoscrizione del codice etico di cui al comma 4;
d) il possesso dell’idoneità psico-fisica all’attività di assistente sessuale certificata dalla ASL competente;
e) l’espletamento della procedura di accreditamento di cui al comma 4.
4. Ai fini di cui al comma 1, le Regioni e le province di Trento e Bolzano provvedono:
a) a determinare i criteri e le procedure di accreditamento e a definire un percorso formativo ai fini dell’inserimento nell’elenco di cui al comma 2;
b) alla predisposizione e all’aggiornamento periodico dell’elenco di cui al comma 2, nonché alla regolamentazione all’accesso a tale elenco;
c) all’adozione di misure che garantiscano la protezione dei dati sensibili relativi agli assistenti sessuali, secondo quanto disposto dal Codice della Protezione dei Dati Personali, e la libertà di ciascun interessato riguardo la pubblicazione del proprio recapito professionale, salva la necessaria pubblicità dell’elenco;
d) alla recezione in un codice etico per gli assistenti sessuali e per gli utenti del contenuto dei codici etici elaborati e sperimentati, in Italia o in altri Paesi, da associazioni professionali o istituzioni competenti per questa materia;
e) a definire il tipo e gravità della disabilità dell’utente che rende funzionale l’intervento professionale dell’assistente per l’esercizio della sessualità.
f) a definire le modalità per il monitoraggio dell’equilibrio psico-fisico e dello stato di salute di ciascun assistente sessuale.
5. L’attività assistenza sessuale non può essere oggetto di un contratto di lavoro subordinato, né di un contratto di appalto, costituendo oggetto di una prestazione che deve rimanere caratterizzata da autonomia piena della persona che la esercita. Essa può costituire oggetto di lavoro autonomo cooperativo.
[…] Ecco il testo del disegno di Legge che propone l'assistenza sessuale alle persone con disabilità grave. […]
[…] In sostanza ha fatto un restyling del nome a chi opera come prostituta/o. Questo di certo non mi ha fatto piacere. Non perché non ritengo sia necessaria la regolamentazione della prostituzione che, anzi, mi auguro avvenga e sia fatta con serietà. Il fatto è che ha usato un termine che in tutta Europa ha ben altro significato e collocazione. Comunque, ho chiuso rapidamente l’articolo (tra l’altro pure divertente) e mi sono concentrato sul mio progetto, fino ad arrivare alla presentazione del Disegno di Legge sull’assistenza sessuale alle persone con gravi disabilità. Ringrazio in primis il mio “Comitato” che si batte da un anno per questa figura. Ringrazio poi Sergio Lo Giudice per aver preso la nostra bozza del Ddl, averla elaborata e portata in Senato con altri firmatari. Per leggere il disegno di legge completo potete andare sul mio sito. […]
Ciao Max. Sono Michela, assieme al mio ragazzo sono stata protagonista di una puntata de “i dieci comandamenti” di quest’anno. E’ buffo come i nostri “destini” si incrocino. Ora siamo entramb* con le dita incrociate per due diversi ddl, 1442 per l’assistenza sessuale ai disabili, 405 per norme in materia di riattribuzione del sesso, depositati in due diverse commissioni. Ho letto una tua dichiarazione, che potrebbe essere la mia:
“Dopo anni di battaglie il disegno di legge è un passo avanti importante tuttavia bisogna tenere i piedi per terra, o nel mio caso, le ruote: il provvedimento dovrà essere calendarizzato in Commissione prima di passare all’Aula, quindi non sappiamo ancora quanto tempo ci vorrà perché diventi realtà. Spero avvenga il prima possibile, però, perché concorrerà a rendere il più normale possibile la vita di chi ha una disabilità. Io non capisco le obiezioni di chi si dice contrario all’assistenza sessuale per i disabili: è una decisione che ognuno prende secondo coscienza. Il sesso non è un diritto, ma la libertà di scelta sì”.
Vorrei poter condividere le nostre diverse ma simili lotte per l’autodeterminazione, per quella libertà di scegliere che è scontata per chi non ha la barriera del nome sbagliato sui documenti e per chi non ha barriere tra se e la propria sessualità.
Contattami, vediamo di fare qualcosa assieme per i diritti di tutti! Un grande abbraccio e un grandissimo in bocca al lupo.
Michela
Cara Michela, mi avevi scritto via mail tempo fa, vero? Perdonami se non ti avevo ancora risposto ma come vedi ero veramente “incasinato”. Certamente possiamo collaborare in qualche modo. Hai i ddl? Se puoi inviameli. Un abbraccio.
Salve, lavoro nel campo del sociale da qualche anno, più precisamente come coordinatore di una Comunità per disabili psico-fisici medio-gravi.
Il tema della sessualità come diritto di vivere pienamente un benessere psico-fisico anche per le persone con disabilità è sempre stato una cosa in cui ho creduto. Nella mia raltà lavorativa, purtroppo, vige ancora una mentalità chiusa, fatta di negazioni come strumento di rifugio nei confronti di un tema molto delicato e difficile da trattare.
Le criticità che riconosco esserci sono dettate, in primo luogo, dalla difficoltà di trovare persone qualificate per questo tipo di professione. Non è solo un fattore di “predisposizione” all’accettazione delle necessità altrui (essenziale del resto), piuttosto che alla sensibilità e al rispetto verso la persona disabile in quanto essere umano portatore di diritti, non è nemmeno sufficente essere dei professionisti della relazione, essere accoglienti e tecnicamente preparati nel trattare la sessualità in quanto tale. Le persone cosiddette qualificate in questo settore, dovrebbero, secondo il mio personale e modesto parere, essere anche consapevoli e consapevolmente preparate a trattare il vissuto del disabile stesso rispetto questa area così delicata e intima. Vissuti fatti da paure emozionali e culturali, aspettative idealizzate e/o realistiche, conoscenze “del mondo sesso” immaginarie, condizionate piuttosto che parziali, vissuti fatti anche da frustrazioni rispetto i probabili fallimenti prestazionali. Naturalmente, poi, fondamentale è la capicità di questo operatore di saper trattare e gestire i propri vissuti rispetto tutte le sfumature esperienziali appena sopra elencate.
La seconda criticità, strettamente legata alla precedente, probabilmente più importante ai fine della tutela delle persone diabili, verso cui si riconoscono questi diritti al benessere, è capire che tipo di “intervento sessuale” può essere erogato rispetto la persona che si ha di fronte. Chi decide cosa fare? Chi capisce quale tipo di assistenza deve essere erogata per raggiungere il fine prefissato? Dove arriva l’assistenza alla comprensione di ciò che sta succedendo al suo corpo nei confronti di disabili con disabilità intelletive e psichiche? Quando inizia l’affiancamento emozionale e culturale con queste persone? da chi viene fatto? e quando e dove finisce? Di tutto ciò, se ne deve fare carico l’assistente sessuale, forte della sua preparazione? Credo sarebbe pura onnipotenza!
il mio intervento non ha finalità critiche fine a se stesse, nè vuole avere finalità distruttiva, ma vuole essere un mio spunto di comprensione verso un tema, che ripeto con insistenza, in cui credo fortemente. Ma vuole essere anche uno spunto critico positivo per chi si affaccia su questo mondo rispetto aspetti che ho letto essere poco trattati (o semplicemnte non esauriti per necessità di spazio o per altre ragioni a me sfuggite)
Grazie per questa opportunità di cambiamento per questa nostra società ancora troppo ipocrita e pregiudicante.
E.E.G.
ciao Max,abito a Polla,paese nel Vallo di Diano e area interna a sud di salerno.Sono intenzionato ad organizzare un incontro pubblico per discutere di questa tematica.Ti terrò informato.Un abbraccio.Gennaro.
Ok Gennaro, grazie.