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Disabilità e Sessualità nel Cinema Internazionale: Esplorazione di Film e Documentari

Written by Maximiliano Ulivieri

On 3 Marzo 2025

Il rapporto tra disabilità e sessualità rappresenta uno degli ultimi tabù culturali del XXI secolo, un tema spesso oscurato da pregiudizi, imbarazzi istituzionali e una persistente infantilizzazione delle persone con disabilità. Attraverso l’analisi di opere cinematografiche internazionali, questo rapporto esplora come il cinema documentario e narrativo abbia sfidato stereotipi, ampliato gli orizzonti del dibattito pubblico e restituito agency a individui troppo spesso relegati ai margini del desiderio.

Focus centrale è l’esame di tre opere simbolo – Yes We Fuck! (Spagna, 2015), Because of My Body (Italia, 2020) e Disability and Sexuality: Exploring the Intimacy Option (Francia, 2008) – che, attraverso linguaggi audaci e approcci innovativi, ridefiniscono i confini tra corpo, intimità e diritti umani.

Il Documentario come Strumento di Rivoluzione Culturale
Yes We Fuck! e la Decostruzione dell’Eteropatriarcato
Il documentario spagnolo Yes We Fuck! (2015) dei registi Antonio Centeno e Raúl de la Morena rappresenta un atto politico senza precedenti. Attraverso le storie di sei persone con disabilità funzionali, il film sovverte l’immaginario collettivo che associa disabilità a asessualità, utilizzando immagini esplicite non come provocazione fine a sé stessa, ma come strumento di decostruzione degli stereotipi cisgender ed eteronormativi. La scena di un uomo paraplegico che riceve assistenza sessuale da una professionista, ad esempio, non si limita a mostrare l’atto fisico, ma rivela la complessa negoziazione tra autonomia, desiderio e vulnerabilità.
Il titolo, che riecheggia lo slogan “Yes We Can” di Barack Obama, trasforma la battaglia per i diritti sessuali in una questione di giustizia sociale. Come sottolineano i registi, la scelta di includere corpi non conformi in contesti esplicitamente erotici mira a “riscrivere la mascolinità non tossica”, sfidando sia il tabù sociale sia le rappresentazioni mediatiche pietistiche. Il riconoscimento al Pornfilmfestival Berlin e al FlixxFest International Film Festival segnala come il film abbia oltrepassato i confini del cinema militante per entrare nel dibattito artistico globale.

Because of My Body: Un Viaggio nelle Stagioni dell’Intimità
Il documentario italiano Because of My Body (2020) di Francesco Cannavà adotta un approccio più introspettivo, seguendo il percorso di Claudia, ventenne con spina bifida, attraverso otto incontri con Marco, un lovegiver. Cannavà struttura il racconto come un ciclo naturale: dall’inverno iniziale, simboleggiato da un albero spoglio, alla fioritura primaverile del mandorlo che coincide con l’emancipazione sessuale della protagonista. La regia elimina progressivamente le barriere visive: dalle prime inquadrature di spalle, che enfatizzano il disagio dello spettatore, si passa a primi piani frontali nell’ottavo incontro, metafora di un’accettazione conquistata.

Il film rivela come l’assistenza sessuale non sia meramente tecnica, ma un processo educativo reciproco. Le lacrime di Claudia durante gli esercizi di consapevolezza corporea e gli errori di Marco nel gestire la sua role di operatore evidenziano la complessità etica ed emotiva di queste relazioni. Come nota il regista, “Marco rappresenta una società che deve imparare ad accompagnare senza giudicare”, ridefinendo i concetti di cura e autonomia.

Oltre lo Schermo: Sessualità, Istituzioni e Diritti Umani
Disability and Sexuality: Il Grido d’Aiuto dalle Istituzioni
Il documentario francese Disability and Sexuality: Exploring the Intimacy Option (2008) offre una panoramica cruda sulle barriere sistemiche. Attraverso casi come quello di Farid e Julie – coppia costretta a vivere separata per sei anni a causa delle politiche delle case di cura – il film denuncia l’ipocrisia di un sistema che garantisce supporto medico ma nega i diritti affettivi. Particolarmente significativa è l’intervista a Marcel, attivista disabile che visita le strutture per formare il personale: “La sessualità non è un optional, è parte integrante della salute mentale”.
Il film documenta anche le prime sperimentazioni europee con gli assistenti sessuali, figure professionali riconosciute in Svizzera e Danimarca già negli anni 2000. Una sequenza memorabile mostra un uomo con paralisi cerebrale durante un ritiro terapeutico: il suo primo rapporto sessuale, assistito da un operatore, diventa atto di liberazione esistenziale, non mero sfogo fisico. Queste immagini sfidano la percezione della disabilità come condizione statica, proponendo invece un modello di crescita continua.

Corpi Politici: Arte, Attivismo e Nuove Narrazioni
Love Giver e la Battaglia per il Riconoscimento Giuridico
L’associazione italiana Love Giver, fondata da Maximiliano Ulivieri, emerge come caso studio di come il cinema possa alimentare movimenti sociali. Il libro LoveAbility, curato da Ulivieri, non solo ispira il documentario Because of My Body, ma fornisce un framework teorico per legittimare gli assistenti sessuali come figure professionali. Il contrasto tra l’Italia – dove queste figure operano in un vuoto normativo – e paesi come la Germania o l’Olanda evidenzia come le rappresentazioni mediatiche possano influenzare le politiche pubbliche.

Sensuability: Quando l’Arte Diventa Manifesto
Il cortometraggio Sensuability di Armanda Salvucci amplia il discorso oltre il documentario. Salvucci, artista con acondroplasia, utilizza il corpo come tela vivente per sfidare i canoni estetici dominanti. Una scena chiave mostra la regista nuda mentre dipinge simboli erotici sul proprio corpo, trasformando la “mancanza” in potenza visiva. Questo approccio intersezionale, che unisce arte performativa e attivismo, dimostra come il cinema possa essere strumento di autorappresentazione, sottraendo la narrazione della disabilità a logiche pietistiche o medicalizzanti.

Sfide e Prospettive per un Cinema Inclusivo
Oltre l’Europa: Lacune Geografiche e Opportunità
Mentre i film analizzati coprono Spagna, Italia e Francia, restano ampie zone d’ombra. Il rapporto segnala la carenza di produzioni africane, asiatiche e sudamericane su questo tema, sintomo di tabù culturali ancora più radicati. Eccezioni come il film indiano Margarita with a Straw (2014) suggeriscono però un cambiamento generazionale guidato da registe donne e comunità LGBTQ+.

Tecnologia e Nuovi Linguaggi: Verso una Sessualità Aumentata
Emergono esperimenti pionieristici come l’uso della realtà virtuale in The Touch (Svezia, 2022), che simula esperienze tattili per persone con paralisi. Queste innovazioni pongono interrogativi etici: fino a che punto la tecnologia può mediare l’intimità? Il cinema ha il compito di esplorare questi confini senza cadere in facili utopismi.

Conclusione: Verso un Nuovo Immaginario Collettivo
I film analizzati costituiscono altrettanti capitoli di una rivoluzione silenziosa, che sostituisce alla compassione il rispetto, alla medicalizzazione l’autodeterminazione. La sfida futura risiede nel superare la nicchia del cinema militante, normalizzando la rappresentazione della sessualità disabile in tutti i generi, dalla commedia romantica al thriller. Come dimostra Yes We Fuck!, solo attraverso l’esposizione ripetuta a immagini non conformi la società può superare i pregiudizi atavici. Il cinema, in questa transizione, non è solo specchio della realtà, ma martello per forgiarne una nuova.

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