Venerdì 4 Marzo è uscito un articolo a riguardo del mio progetto sull’istituzione della figura dell’assistente sessuale per i disabili.
Premetto che l’articolo mi è piaciuto. È certo uno dei più completi e spiega ciò che realmente stiamo facendo. Faccio solo alcuni commenti, che però non svalorizzano il mio giudizio positivo. L’inizio dell’articolo “Non c’è sesso senza amore, forse, ma sicuramente non c’è sesso per i disabili”. Avrei gradito fosse scritto diversamente. Bastava dire “per alcuni disabili…o per molti…”. Lo dico perché fa passare un messaggio errato: che i disabili non fanno sesso. Non è così. Molti lo fanno e molti hanno relazioni. Non deve passare il messaggio disabile – niente sesso. Casomai che l’assistente sessuale si occupa invece di casi molto gravi e complessi. Non è la normalità nella disabilità.
Poi vengono fuori numeri e percentuali. Molto alti. Ci può stare se ci mettiamo anche disabili mentali. Più che altro mi chiedo: da dove sono usciti questi dati?
È stato riportato un virgolettato dove dico che l’assistente sessuale assolutamente non fa sesso. Non è così. Il sesso non è certo solo la penetrazione. Il sesso è molto più ampio. Contatti con il corpo. Carezze che possono dare sensazioni, emozioni ed eccitazione. Pure la masturbazione. Tutto questo fa parte del sesso. Quindi è errato dire non fanno sesso. Non l’avrei messo così.