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Legge Regionale Toscana sul Suicidio Medicalmente Assistito

Written by Maximiliano Ulivieri

On 16 Marzo 2025

Introduzione

La Regione Toscana è diventata la prima regione italiana a dotarsi di una legge che regola il suicidio medicalmente assistito. Questa normativa, approvata l’11 febbraio 2025 dal Consiglio regionale toscano, definisce procedure, tempi e modalità per l’accesso al suicidio assistito, colmando un vuoto normativo a livello nazionale. La legge si inserisce in un contesto complesso, caratterizzato da sentenze della Corte Costituzionale che hanno depenalizzato l’aiuto al suicidio in determinate circostanze, ma in assenza di una legge nazionale che ne regoli l’applicazione. Questo rapporto analizza in dettaglio la legge toscana, il contesto legislativo nazionale in cui si inserisce, il dibattito pubblico che ha generato e lo stato attuale del suo iter legislativo.

La legge toscana sul fine vita: contenuto e articoli principali

La legge toscana sul fine vita è stata approvata l’11 febbraio 2025 dal Consiglio regionale della Toscana, con 27 voti favorevoli e 13 contrari. La proposta di legge, denominata “Liberi subito”, è stata promossa dall’Associazione Luca Coscioni attraverso un’iniziativa popolare che ha raccolto oltre 10.000 firme. La legge è stata successivamente modificata con dodici emendamenti e sub emendamenti per ottenere una norma di carattere procedimentale e organizzativo.

La legge si compone di sei articoli che definiscono i ruoli, le procedure e i tempi per l’accesso al suicidio assistito. I requisiti per accedere alla procedura, in conformità con quanto stabilito dalla Corte Costituzionale nella sentenza n. 242/2019, sono:

  1. Patologia irreversibile
  2. Presenza di sofferenze fisiche o psicologiche ritenute intollerabili dal paziente
  3. Dipendenza da trattamenti di sostegno vitale
  4. Capacità del paziente di prendere decisioni libere e consapevoli

La procedura prevista dalla legge è la seguente:

  • Entro 15 giorni dall’entrata in vigore della legge, le Aziende USL dovranno istituire una commissione multidisciplinare permanente per la verifica della sussistenza dei requisiti per l’accesso al suicidio assistito.
  • La procedura per la verifica dei requisiti deve concludersi entro 20 giorni dal ricevimento dell’istanza.
  • In caso di esito positivo, la commissione permanente procede all’approvazione o alla definizione delle modalità di attuazione del suicidio medicalmente assistito entro 10 giorni.
  • Entro 7 giorni l’azienda sanitaria locale assicura il supporto tecnico e farmacologico e l’assistenza sanitaria per la preparazione all’autosomministrazione del farmaco.

Il tempo massimo previsto per l’intero iter dalla domanda alla morte è di circa 50 giorni. La legge stabilisce inoltre che queste prestazioni siano gratuite e stanzia 10.000 euro all’anno per tre anni per la loro copertura.

Contesto legislativo nazionale sul fine vita

La legge toscana si inserisce in un contesto legislativo nazionale caratterizzato da alcune sentenze fondamentali della Corte Costituzionale, ma privo di una legge organica sul fine vita.

Sentenza della Corte Costituzionale n. 242/2019

La sentenza n. 242/2019 della Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 580 del codice penale nella parte in cui non esclude la punibilità di chi agevola il suicidio di una persona che soddisfa determinati requisiti. La sentenza origina dal caso di Marco Cappato e Fabiano Antoniani (DJ Fabo), in cui Cappato aveva accompagnato DJ Fabo, tetraplegico e affetto da cecità bilaterale corticale a seguito di un incidente stradale, in Svizzera per il suicidio assistito.

La Corte ha stabilito che l’aiuto al suicidio non è punibile quando rispetta specifiche condizioni, che devono sussistere contemporaneamente:

  1. Patologia irreversibile
  2. Presenza di sofferenze fisiche o psicologiche ritenute intollerabili dal paziente
  3. Dipendenza da trattamenti di sostegno vitale
  4. Capacità del paziente di prendere decisioni libere e consapevoli

La Corte ha inoltre stabilito che le condizioni e modalità di esecuzione devono essere verificate da strutture pubbliche del Servizio Sanitario Nazionale, con il parere del comitato etico territorialmente competente. La Corte ha anche invitato il Parlamento a legiferare sulla materia, cosa che non è ancora avvenuta.

Sentenza della Corte Costituzionale n. 135/2024

La sentenza n. 135/2024 della Corte Costituzionale ha respinto le questioni di legittimità costituzionale sollevate dal GIP del Tribunale di Firenze riguardanti un soggetto affetto da sclerosi multipla e impossibilitato a muoversi dal letto, ma non dipendente da trattamenti di sostegno vitale.

La Corte ha confermato la necessità del requisito della “dipendenza da trattamenti di sostegno vitale”, chiarendo che questo requisito svolge un ruolo cardine nella logica della soluzione adottata. La Corte ha specificato che non esiste un diritto generale a terminare la propria vita in ogni situazione di sofferenza intollerabile, ma ha ritenuto irragionevole impedire l’accesso al suicidio assistito per pazienti che hanno già il diritto di rifiutare i trattamenti necessari alla loro sopravvivenza.

La Corte ha inoltre chiarito che possono essere considerati “trattamenti di sostegno vitale” non solo i respiratori meccanici, ma anche terapie farmacologiche salvavita e altri trattamenti in assenza dei quali il paziente morirebbe. L’interpretazione dipende dai singoli casi, valutati dalle aziende sanitarie locali o dai giudici in caso di controversie.

Altre normative nazionali rilevanti

La Legge n. 219 del 2017 (Norme in materia di consenso informato e disposizioni anticipate di trattamento) riconosce il diritto di rifiutare o interrompere qualsiasi trattamento sanitario, inclusi i trattamenti di idratazione e nutrizione artificiale. La legge prevede che il medico sia tenuto a rispettare la volontà del paziente e la possibilità di ricorrere alla sedazione palliativa profonda continua.

La Legge n. 38 del 2010 (Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative) tutela e garantisce l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore, inserendole nell’ambito dei livelli essenziali di assistenza.

Nonostante i ripetuti inviti della Corte Costituzionale, il Parlamento italiano non ha ancora approvato una legge specifica sul fine vita. La materia della sanità rientra tra quelle di competenza concorrente Stato-Regioni, quindi la legge toscana potrebbe essere impugnata dal Governo davanti alla Corte Costituzionale.

Dibattito pubblico e posizioni dei vari stakeholder

Il dibattito pubblico sulla legge toscana sul fine vita ha visto contrapporsi diverse posizioni, con stakeholder favorevoli e contrari alla normativa.

Posizione dell’Associazione Luca Coscioni (favorevole)

L’Associazione Luca Coscioni, promotrice dell’iniziativa popolare “Liberi Subito” che ha portato all’approvazione della legge, ha espresso grande soddisfazione per il risultato ottenuto.

Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione, ha dichiarato: “Oggi abbiamo ottenuto una grande vittoria per la libertà di scelta fino alla fine della vita. La Regione Toscana è la prima in Italia ad approvare la nostra legge ‘Liberi subito’, che definisce tempi e procedure certe per l’aiuto medico alla morte volontaria, in attuazione della sentenza della Corte costituzionale ottenuta grazie alla mia disobbedienza civile per Dj Fabo. Questo successo è solo l’inizio: vogliamo portare la proposta in tutte le Regioni.”

Filomena Gallo, segretaria nazionale dell’Associazione, ha sottolineato il problema della disomogeneità nell’applicazione della sentenza della Corte costituzionale sul territorio nazionale: “Adesso c’è una sanità a macchia di leopardo in tutta Italia, perché ci sono Regioni che erogano tutto, fanno le verifiche nei tempi adeguate e Regioni no. Pensiamo a Laura Santi, che ha dovuto attendere circa due anni, o a Federico Carboni che ha atteso due anni. Il diritto della persona deve essere rispettato. Attualmente la sentenza della Corte costituzionale è applicata su tutto il territorio italiano ma in modo difforme, stiamo cercando di dare una regola a tutte le Regioni.”

Posizione della Conferenza Episcopale Toscana (contraria)

La Conferenza Episcopale Toscana ha espresso una posizione fortemente contraria alla legge.

Il Cardinale Paolo Augusto Lojudice, presidente della Conferenza Episcopale Toscana, ha dichiarato: “Prendiamo atto della scelta fatta dal Consiglio Regionale della Toscana, ma questo non limiterà la nostra azione a favore della vita, sempre e comunque. Ai cappellani negli ospedali, alle religiose, ai religiosi e ai volontari che operano negli hospice e in tutti quei luoghi dove ogni giorno ci si confronta con la malattia, il dolore e la morte dico di non arrendersi e di continuare ad essere portatori di speranza, di vita. Nonostante tutto. Sancire con una legge regionale il diritto alla morte non è un traguardo, ma una sconfitta per tutti.”

I Vescovi Toscani, in una nota diffusa il 28 gennaio 2025, hanno invitato i consiglieri regionali a non fare di questo tema una questione di “schieramento” ma un’occasione per una riflessione profonda sulla concezione del progresso e della dignità della persona umana. Hanno ricordato la tradizione della Toscana nella cura delle persone fragili e hanno affermato che “la vita umana è un valore assoluto, tutelato anche dalla Costituzione: non c’è un ‘diritto di morire’ ma il diritto di essere curati e il Sistema sanitario esiste per migliorare le condizioni della vita e non per dare la morte.”

Posizioni politiche

La legge sul fine vita è stata approvata con 27 voti favorevoli provenienti da Partito Democratico (con l’eccezione della consigliera regionale Dem Lucia De Robertis che non ha espresso il suo voto), Italia Viva, Movimento 5 Stelle e Gruppo Misto.

La legge ha ricevuto 13 voti contrari provenienti dal centrodestra: Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia. I membri del Consiglio regionale toscano appartenenti a questi partiti hanno successivamente presentato un ricorso contro la legge, sostenendo che la regione non avrebbe avuto le competenze per regolare il suicidio assistito in mancanza di una legge nazionale.

Stato attuale dell’iter legislativo

L’iter legislativo della legge sul fine vita in Toscana ha attraversato diverse fasi e ha recentemente raggiunto un punto cruciale.

Approvazione della legge

La legge sul fine vita è stata approvata dal Consiglio regionale della Toscana l’11 febbraio 2025, con 27 voti favorevoli e 13 voti contrari. La proposta di iniziativa popolare è stata modificata con dodici emendamenti e sub emendamenti mirati ad ottenere una norma di carattere procedimentale e organizzativo.

Ricorso del centrodestra

I membri del Consiglio regionale toscano appartenenti a Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia hanno presentato un ricorso contro la legge, sostenendo che la regione non avrebbe avuto le competenze per regolare il suicidio assistito in mancanza di una legge nazionale. Hanno chiesto una verifica di conformità rispetto allo statuto della regione.

Respingimento del ricorso

Il collegio di garanzia statutaria della Regione Toscana ha respinto il ricorso il 13 marzo 2025, stabilendo che la legge regionale è conforme allo statuto della regione. Il ricorso aveva temporaneamente bloccato la promulgazione della legge.

Promulgazione e entrata in vigore

Il presidente della Regione Eugenio Giani ha promulgato la legge il 14 marzo 2025. La legge è stata pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Toscana (BURT) come legge n. 5/2025 e entrerà in vigore 15 giorni dopo la pubblicazione, quindi ad aprile 2025.

Possibili sviluppi futuri

Il governo nazionale potrebbe decidere di fare ricorso contro la legge rivolgendosi alla Corte costituzionale. Il governo Meloni ha a disposizione 60 giorni dalla pubblicazione della legge per decidere se impugnarla.

Conclusioni

La legge toscana sul fine vita rappresenta un passo significativo nel panorama legislativo italiano sul tema del suicidio assistito. È la prima legge regionale che regola questa pratica, colmando un vuoto normativo a livello nazionale. La legge definisce procedure, tempi e modalità per l’accesso al suicidio assistito, in conformità con quanto stabilito dalla Corte Costituzionale nella sentenza n. 242/2019.

Il dibattito pubblico sulla legge ha visto contrapporsi diverse posizioni, con l’Associazione Luca Coscioni che l’ha promossa e sostenuta, e la Conferenza Episcopale Toscana che si è espressa contro. Anche a livello politico, la legge ha diviso il Consiglio regionale, con il centrosinistra favorevole e il centrodestra contrario.

L’iter legislativo della legge ha recentemente superato un ostacolo importante con il respingimento del ricorso presentato dal centrodestra. La legge è stata promulgata e entrerà in vigore ad aprile 2025. Tuttavia, rimane la possibilità che il governo nazionale faccia ricorso contro la legge rivolgendosi alla Corte costituzionale.

La legge toscana sul fine vita si inserisce in un contesto più ampio di dibattito sul fine vita in Italia, caratterizzato da sentenze della Corte Costituzionale che hanno depenalizzato l’aiuto al suicidio in determinate circostanze, ma in assenza di una legge nazionale che ne regoli l’applicazione. La Toscana ha scelto di agire autonomamente, diventando la prima regione italiana a dotarsi di una legge che regola il suicidio medicalmente assistito.

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