Una nuova legge sull’accessibilità dei siti web entrerà in vigore il 28 giugno 2025. Questa legge è basata sulla direttiva europea European Accessibility Act, recepita in Italia con il decreto legislativo 82 del 2022.
La legge stabilisce nuovi requisiti per garantire che prodotti e servizi digitali (inclusi siti web, app, biglietterie automatiche, smartphone, hardware) siano utilizzabili da tutti, incluse le persone con disabilità.
L’accessibilità di un sito web è definita come la sua capacità di essere utilizzato da chiunque, indipendentemente dalle proprie facoltà fisiche, sensoriali o cognitive. I siti web, come gli spazi fisici, dovrebbero essere fruibili da tutti. Un sito inaccessibile crea una barriera digitale che esclude molte persone.
Secondo l’OMS, circa 1 miliardo di persone nel mondo vive con una qualche forma di disabilità, rappresentando circa il 20% della popolazione mondiale. Non rendere i siti accessibili significa perdere una fetta enorme di potenziale pubblico.
Vengono descritti diversi tipi di disabilità e le relative sfide sul web:
Visive (non vedenti, ipovedenti), che spesso utilizzano screen reader. Esempi di barriere sono l’assenza di descrizioni alternative per le immagini o di etichette per i campi dei moduli.
Motorie, che potrebbero non usare mouse o tastiera tradizionale ma switch o tastiere alternative. Esempi di barriere sono bottoni o link troppo piccoli, menù complessi, o l’impossibilità di navigare senza mouse.
Auditive, per cui i video senza sottotitoli rappresentano una barriera.
Cognitive, neurologiche o neurodivergenti (es. dislessia), che potrebbero avere problemi con i contrasti di colore o animazioni invasive.
La tecnologia assistiva (screen reader, tastiere alternative, sottotitoli) aiuta queste persone. Progettare i siti “by design” con buone prassi di user design è fondamentale per supportare questi strumenti.
L’accessibilità riguarda e avvantaggia tutti, non solo le persone con disabilità (es. poter fare zoom se si vede poco, attivare sottotitoli in ambienti rumorosi).
Chi è obbligato a rispettare la normativa? Tutti coloro che vendono prodotti o servizi digitali nell’Unione Europea e hanno almeno 10 dipendenti o un fatturato annuo/bilancio di almeno 2 milioni di euro.
Sono esentate le microimprese (meno di 10 dipendenti e meno di 2 milioni di fatturato). Tuttavia, si suggerisce che potrebbe cambiare in futuro e che adeguarsi porta comunque vantaggi. Le pubbliche amministrazioni erano già obbligate prima.
La non conformità comporta sanzioni amministrative: per le piccole e medie imprese vanno dai 2.500 ai 40.000 euro, mentre per le aziende corporate arrivano fino al 5% del fatturato.
Al di là delle multe, adeguarsi è visto come un investimento. Un sito accessibile migliora il brand, la user design, le conversioni e ha un maggiore impatto sulla SEO, portando più traffico organico e potenzialmente più vendite. Google “spinge” i siti accessibili.
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